venerdì 16 aprile 2010

Algebra rosé

Non so quanti tra voi abbiano, come il sottoscritto, una formazione scientifica: pochi, probabilmente, subiscono l'indiscreto fascino dei calcoli matematici. Ho sempre guardato con ammirazione alla geometria, all'algebra, alla logica, discipline che descrivono un mondo virtuale in cui c'è sempre una risposta univoca a tutto, e 2+2 non può che fare 4, a prescindere dal fatto che oggi ci sia o meno il sole. Un mondo in cui un'area sottesa a un'iperbole equilatera qualsiasi non è solo un pezzettino di foglio a quadretti da colorare coi pastelli, ma rappresenta qualcosa di più, una cosa a cui qualcuno ha dato un nome e un significato. I limiti e gli integrali sono tra le cose più difficili da capire in natura: o meglio, in quel mondo virtuale, che certamente natura non è. Avete mai incrociato un integrale in Corso Buenos Aires? E un limite in qualche stand del salone del mobile? Per le salutiste tra voi, che più che lo scientifico e un dottorato in matematica applicata hanno fatto il Dams (ah scusate: scienza delle arti e dello spettacolo, dopo la riforma dell'università varata dal Ministro Gaga), è appena il caso di dire che non stiamo parlando delle fibre integrali che vi scofanate a chili dopo la palestra convinte che non vi facciano uscire i maniglioni antipanico dell'amore. Mi sentivo in dovere di precisarlo.

Resta il fatto che, sebbene non esistano in concreto e nessuno ci abbia mai scambiato quattro chiacchiere nel privé dei Magazzini, ciò non impedisce agli integrali di essere davvero complicati. Tremendamente. Io sono arrivato alla maturità assolutamente certo di cosa volesse dire avere una tendenza, ma senza avere la più pallida idea di cosa significasse "tendere a più infinito, se x tende a zero". Ebbene, anni dopo ho scoperto che esiste un'altra cosa al mondo complicata almeno come il calcolo degli integrali: il finocchio. Come una funzione algebrica, il gay tende sempre a qualcosa, ma non ci arriva mai in maniera soddisfacente, sia essa un taglio di capelli o una chiavata; inoltre, gay e funzioni sottendono sempre qualcosa, solo che la frocia è più maliziosa di qualsiasi curva, continua o discontinua, che la geometria abbia mai concepito. C'è, però, una caratteristica che mi spinge ad assegnare la palma della complessità alla categoria gay: il fatto che mentre i calcoli integrali rispondono a regole certe ed immodificabili, e tutto sommato riconducibili alla logica, la finocchia si muove in un mondo tutto suo, al di là del bene e del male, dove 2+2 non fa necessariamente 4, ma magari fa 3.4 perché la commessa mi ha applicato lo sconto del 15% alla cassa. Paradossalmente, è più facile comprendere le complesse regole dell'algebra, spesso impenetrabili, che capire la psiche di un gay, soggetto che al contrario è nella pressoché totalità dei casi assolutamente penetrabile, anzi, non aspetta altro.

Credo che a questo punto vi meritiate quantomeno un esempio concreto, anche se ritengo che a ciascuno di voi non ne manchino affatto di personali. Riporto, in ogni caso, il testo di un sms pervenutomi giorni fa: "Luchino, oggi giornata stressante al lavoro, scusami ma domani sera salto, sto a casa, non voglio prenderti in giro, non sono pronto, vivo ancora nel passato :-(". Io credo che queste poche parole racchiudano, in realtà, l'essenza stessa dei segreti di Fatima: di certo ne potrebbero agevolmente rappresentare il significato più profondo e trascendentale. Ma andiamo per ordine. Doveroso premettere che il messaggio arriva spontaneo quanto inatteso (oltre che sgradito, alla luce del contenuto), e soprattutto che non vi è alcun appuntamento tra i due interlocutori pianificato per l'indomani. Quindi: amore mio, cosa diamine salti?
Di primo acchito verrebbe il sospetto di un banale errore di trasmissione: se dovessi mettere in fila tutti i messaggi non destinati a me e inviatimi per errore da ciula totali negli ultimi anni, mi servirebbe un'estensione della memoria del cellulare. Ma la parte finale dello short message esorta a prendere la cosa sul serio e ad approfondire opportunamente l'arcano. Dopo un paio di aperitivi e qualche chattata su facebook, infatti, è doveroso capire il perchè un soggetto terzo si senta in dovere di specificare che non ti sta prendendo in giro, come tu - ovviamente - già stai pensando. Come potresti non pensarlo, del resto è stanco per il lavoro e l'indomani non si presenterà ad un appuntamento che NON avete messo in agenda: questo qua è davvero stronzo, e soprattutto non è il tipo da farsi film e viaggi mentali sulle questioni importanti... holaaaaaaa...

Devo dire che il soggetto, 36 anni suonati, carino, sexy, mi piaciucchiava come personaggio: non di primo impatto, quando dopo essere diventati amici su Facebook, ci siamo quasi scontrati al Borgo (poca stima, I know). In quell'occasione l'ho quasi snobbato, dal momento che ero in modalità "danza pacata e sigaretta", un mood che quando lo ingrano non riesco a sbloccarlo, come la seconda della mia Peugeot ogni tanto. Ma poi vedilo una volta, vedilo due... già mi ci ero affezionato un pochino: che non vuol dire niente, perché chi mi conosce lo sa che finché non ho fatto un check alla dotazione di serie, un giro sulla giostra e un'ispezione orofaringea e anale, certamente non compro un biglietto di sola andata con formula roulette. Diciamo che tendenzialmente mi sembrava "uno serio", sai uno di quelli che ti trasformano di botto da zoccoletta di periferia in una sfegatata e pudica sostenitrice dei valori della famiglia con una vittoriana avversione per il sesso occasionale, da far risultare la Binetti più simile a una Lady Gaga a caso che a Bernadette di Lourdes. Si era parlato parecchio, naturalmente: sai com'è, non facendo sesso è abbastanza normale. Certo, parlando delle rispettive vicissitudini, erano emerse brutte storie del passato con ex vari ed eventuali: a ogni modo tutte storie che, obiettivamente, sono risultate abbastanza misere al cospetto della vicenda della mia recente cornificazione. Cosa dovevo fare io? Spararmi in Piazza Duomo? Per farla breve, tante belle parole sul fatto di prendere anche le cose negative della vita come occasioni per crescere, unitamente ad altre cagate della stessa portata: è addirittura stato coniato il concetto di "periodi diversamente positivi". E nessuno è venuto ad arrestarci. Viviamo davvero in un Paese dove ognuno può fare e dire quello che vuole, non c'è più onestà intellettuale...
Dopo questo stoico e pretestuoso elogio della sfiga come opportunità, nel giro di poche ore l'atteggiamento è repentinamente virato: cosa avrà indotto un uomo di 36 anni, pronto il martedì a mettere il suo cuore in mano a un gran fico, adorabile e geniale come il sottoscritto, a trasformarsi il giovedì in una larva a malapena umana, indisponibile alla vita di coppia e che vive nel passato? Mistero. Diciamo così, anche se una mezza idea uno se la fa. Qua, a questo punto, urge uno studio di funzione, poiché la matematica dei rapporti interpersonali non è certo un'opinione (o sì?): la mia curva A è certamente ascendente, la sua una cazzo di funzione costante B di una noia mortale. Ci siamo intersecati in uno e un solo punto del piano, corrispondente ad un unico istante, irrilevante nel bilancio di un'esistenza. Qual è la differenza? Per x che tende a più infinito, la sua y tende a un valore costante, mentre io tendo a infinito: un giorno esploderò e mi vedrete brillare nel cielo. Già divergiamo su questo foglio quadrettato che è la vita, quando invece ci potevamo sommare e costruire una nuova funzione insieme. O almeno scopare. Del resto, come cantava Gary Barlow, "Love won't wait". Vivete e amate, ragazzi, senza paura. Ciao a tutti, belli e brutti...

3 commenti:

  1. Ho sempre amato anche io l'Analisi.
    E ancora oggi mi torna utile in quanto parecchi ragazzi sono come x/0 cioè non hanno senso. E tutto questo mi fa mettere il cuore in pace.

    Baci baci.

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  2. e' una qestione di bioritmo, che come sai ha funzione sinusoidale. devi beccare il momento angolare giusto per intersecare l'onda e sommarti vettorialmente, non puoi partire per la tangente da solo. Che poi i vettori a cascata frattale, ne vogliamo parlare? io caotico...

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  3. tutto vero... il punto è che metà delle relazioni di coppia si risolvono inesorabilmente in una gaussiana... partono in quarta, raggiungono il punto di massimo dopo un mesetto, e con la stessa rapidità tornano al punto di partenza. Risultato: passiamo metà del tempo a tentare di fare innamorare lo sciagurato di turno, e la restante metà a convincerlo a lasciarci... Che figata... :-)
    Kiss

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